L’iniziativa economia NEXT GENERATION EU

L’iniziativa economica NEXT GENERATION EU è indubbiamente una novità assoluta nella storia dell’Unione Europea. Per capire e poter argomentare l’opportunità probabilmente irripetibile che tale iniziativa rappresenta è necessario riepilogare le caratteristiche tecniche della stessa.
Il progetto denominato “Next Generation EU” (NG-EU) prevede l’erogazione da parte dell’Unione europea di 500 miliardi di euro nella forma di trasferimenti e 250 miliardi di euro nella forma di prestiti a lungo termine a favore degli stati membri dell’Unione europea (UE). Queste risorse saranno raccolte attraverso emissioni di titoli sui mercati finanziari da parte della Commissione europea per conto dell’UE. Le emissioni di debito europeo avranno una durata di lungo termine (le prime scadenze matureranno nel 2028, le ultime nel 2058). Fondamentale sarà la stesura dei prossimi MFF (Multiannual financial framework: piano finanziario pluriennale ossia la programmazione delle grandi poste di spesa, la durata è di 7 anni , l’attuale sarà in vigore dal 2021 al 2027).
NG-EU apre la possibilità di una duratura ripresa economica degli stati membri della UE, sostentamento da utilizzare ed erogare nella seconda fase denominata di ripresa. Altresì la fase transitoria di uscita dall’ emergenza pandemica è stata sostenuta in particolare, dalle erogazioni dei singoli stati, dalla sospensione del “Patto di stabilità e crescita” e dai rafforzati acquisti di titoli del debito pubblico dei paesi effettuati dalla BCE.

next generation eu

NG-EU si articola in tre pilastri . Il primo pilastro, il più importante, denominato “Supporting Member States”, rappresenta la parte più consistente dell’iniziativa in quanto prevede l’erogazione di circa 655 miliardi di euro agli stati membri dell’UE entro la fine del 2024. Una parte di tale ammontare sarà allocata sotto forma di trasferimenti a fondo perduto, che si aggiungeranno alle voci di trasferimento presenti da tempo nei MFF della UE. La parte restante assumerà la forma di prestiti di lungo termine a tassi di interesse molto bassi perché garantiti dal bilancio dell’Unione.
La componente più importante del primo pilastro è costituita dal “Recovery and Resilience Facility” (RRF) che è dotato di risorse pari a 560 miliardi di euro. La destinazione di queste risorse, che avranno la forma sia di trasferimenti (per circa il 56%) che di prestiti (per il residuo 44%), sarà ad ampio spettro. Il RRF mira infatti a tutelare l’occupazione, a rafforzare l’educazione e la formazione delle risorse umane, a sostenere la ricerca e l’innovazione, a migliorare la sanità, a facilitare l’evoluzione del settore finanziario, ad accrescere l’efficienza della pubblica amministrazione e dell’ambiente sociale ed economico. Esso è, però, prevalentemente destinato ad accompagnare la fase di ripresa degli stati membri mediante il sostegno a quegli investimenti e a quelle riforme che saranno a fondamento dei “Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza” (PNRR, “Recovery and Resilience Plan”). La Commissione europea evidenzia che il sostegno agli investimenti mira a costruire un solido nesso fra la ripresa economica dei singoli stati membri della UE e gli obiettivi di innovazione nel digitale e di realizzazione del Green Deal, pertanto NG-EU prosegue e rafforza il programma già delineato per poter raggiungere gli obiettivi precedentemente pianificati prima della pandemia.
Il secondo pilastro, dotato di 56 miliardi di euro, sarà dedicato al potenziamento del programma Invest-EU  (il programma Invest EU fa seguito al Fondo europeo per gli investimenti strategici). Istituito nel 2015 come incentivo agli investimenti pubblici e privati in Europa, rappresentava la colonna portante del Piano Juncker. InvestEU riunisce gli strumenti finanziari volti a sostenere gli investimenti decisivi per la crescita economica europea.
Il terzo pilastro, dotato di 39 miliardi di euro, mira a finanziare “beni pubblici europei” che sono emersi come prioritari durante la crisi; in particolare, lancia un nuovo programma per la salute a livello comunitario. Inoltre, avrà lo scopo di salvaguardare i rapporti fra la UE e i partner economici europei nel nuovo contesto internazionale post pandemico.

Dal punto di vista qualitativo NG-EU permette di effettuare un decisivo salto di qualità nel processo di integrazione europea. Si consideri che i trasferimenti che effettua ciascuno stato membro della UE al MFF sono, grosso modo, determinati dal peso del PIL singolo rispetto al PIL totale della UE. Viceversa, i 750 miliardi di euro di trasferimenti e/o prestiti del NG-EU saranno allocati fra gli stati membri della UE sulla base di una ripartizione prevalentemente dettata dalle singole fragilità e dall’intensità con cui le loro economie sono state colpite dal coronavirus. Le motivazioni sono molteplici, i tempi diversi della diffusione pandemica ma soprattutto per i pregressi squilibri macroeconomici tra i vari paesi della UE. Le ragioni della maggiore accettabilità politica di questi metodi redistributivi sono legate alla consapevolezza che il mancato soccorso ai paesi più colpiti della UE metterebbe a rischio l’integrità del mercato unico, se non della stessa Unione europea. Una mancata solidarietà verso i paesi più colpiti assumerebbe una valenza etica negativa, non solo, senza un robusto intervento mirato al sostegno dei paesi più colpiti dalla crisi, il rischio sarebbe di una frammentazione, conseguenza della crisi del COVID-19, ma aggravata dalle diverse capacità economiche ed organizzative dei paesi europei .
NG-EU rappresenta un punto di svolta nell’evoluzione della governance economica europea, in quanto segna un salto di qualità nel coordinamento delle politiche dell’Unione. Anche se si tratterà di un intervento straordinario, resta il fatto che NG- EU attribuisce una funzione cruciale e innovativa ai bilanci pluriennali della UE. Infatti gli MFF dovranno garantire per la prima volta un’emissione consistente di titoli europei di debito (750 miliardi) e diventeranno, quindi, lo strumento per la prima allocazione di ingenti risorse a fini di stabilizzazione dei paesi più colpiti da una grave crisi. Inoltre, per coprire gli oneri finanziari e per restituire alle scadenze la parte di debito contratto, i futuri MFF dovranno rafforzare il lato delle entrate anche attraverso l’introduzione di nuove risorse proprie; conseguentemente ci sarà, prima o poi, un maggiore accentramento impositivo che rafforzerà i passi nella direzione di un federalismo politico-istituzionale.
NG-EU offre un contributo decisivo per superare la depressione economica indotta nella UE dallo shock pandemico. In particolare, se appropriatamente utilizzati, i vari programmi di NG-EU appaiono quantitativamente e qualitativamente adeguati per consentire agli stati membri più fragili della UE di realizzare quei processi di ripresa che – fra il 2021 e il 2027 – dovrebbero portare alla convergenza con i paesi più forti. Si tratta di un’opportunità che non può essere persa. Per evitare questo rischio, è necessario che le ingenti risorse di NG-EU siano utilizzate in modo efficiente soprattutto nel caso dei paesi più fragili dell’Unione. Si favorirebbe così l’evoluzione sopra citata nella governance economica europea, si ridurrebbero le differenze fra stati membri e si rafforzerebbe quindi il mercato unico europeo che, nella fase attuale di rimessa in questione della globalizzazione, diventa probabilmente l’aspetto predominante dell’ intero impianto di NG-EU, sostanzialmente l’occasione per contrapporre la capacità economica di una Europa Unita nei confronti dei due giganti USA e CINA.